Verso la felicità

sintomi in cammino samantha cesaretti tre giorni
Tre giorni fa, come programmato e annunciato, è iniziato il progetto Sintomi in cammino. Avevo già avuto il sentore che non sarei stata sola in questo progetto folle di arrivare a Santiago de Compostela per promuovere un crowdfunding ma la cosa deve essere sfuggita di mano perché ho avuto sorprese su sorprese e ho come la sensazione di aver contagiato tutti con questi Sintomi di felicità.
Partita da casa sola, ho fatto 50 metri e uno, due, tre spuntano fuori Amici che hanno deciso di accompagnarmi, con o senza zaino, pronti a fare metri o chilometri con me. Ditemi voi, se questo non scioglierebbe anche il cuore più duro.
Non mi dilungherò a raccontarvi le tappe, dato che abbiamo invaso i social di foto e video di ogni momento trascorso insieme.
Vi racconterò invece una mia riflessione che mi gira in testa da stamattina.
Giovedì a Camaiore abbiamo incontrato dei piccoli calciatori intenti a giocarsi la Coppa del Mondo. I giovanissimi al nostro passaggio si sono “spalmati” contro la rete di delimitazione del campo con stampati in faccia dei sorrisoni meravigliosi e con gli occhi brillanti, travolgendoci letteralmente con mille domande sul nostro cammino e raccontandoci che anche loro vogliono fare la Via Francigena quando saranno più grandi… é stato davvero entusiasmante vederli così pieni di vita nella loro genuinità dell’infanzia.
D’altro canto, ieri durante il nostro pellegrinare Marittimo in quel della Versilia, ho avuto la sensazione di essere spiata da occhiali griffati e cappelli a larghe tese, non un sorriso, non una domanda… solo l’imbarazzo di vedersi passare davanti sei persone scalze munite di zaino sulla “loro” battigia. Mentre ci spiavano, io non mi sono fatta problemi a guardare ma purtroppo, ho incontrato solo sguardi diffidenti e sorrisi non ricambiati.
Questo contrasto così marcato tra le due situazioni mi ha fatto pensare che non dovremmo mai perdere la curiosità e la genuinità della fanciullezza, la voglia di far domande e di sognare, di scoprire quello che ancora non conosciamo meravigliandosi del mondo, degli incontri e delle situazioni presenti e future… bisognerebbe davvero togliere un po’ di strati e lasciarsi andare ad un sorriso ad un estraneo, pensando che magari quel qualcuno ne ha davvero bisogno, bisognerebbe andare verso, piuttosto che scagliarsi contro… bisognerebbe essere sempre Grandi bambini e guardare con gli occhi di quel Fanciullino tanto decantato dal Pascoli.
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