Le parole stanno nel vento

Sono al 34esimo giorno di cammino, ancora Francia si, ancora fuori dal cammino, con tutte le difficoltà di ritrovarsi in luoghi turistici d’estate alla ricerca di alloggi a basso costo… dormiamo in barche che assomigliano a forni, mangiamo pollo e patate senza posate, ci laviamo in bagni pubblici e se va male supplichiamo campeggi di lasciarci entrare… non è facile ma ho scelto e scegliere implica anche sacrificio, forza di volontà e adattamento.
Mentre proseguo dritta con la mia scelta a testa alta e col sorriso stampato in faccia, sembra che il destino mi abbia riservato un compito molto più grande…ho scoperto di portare avanti una causa persa, una sorta di crociata, dove ci sono coloro che si limitano a pavoneggiarsi e a elencare i vantaggi di certe scelte, prendendosene anche il merito mentre gli altri si lanciano in battaglia credendo in quello che fanno.
Ecco io sto tra i secondi, tra i più deboli e continuerò la mia battaglia come un Don Chisciotte contro i mulini a vento… perché per me fare è più importante di apparire, perché con le sole parole non si cambia il mondo e in genere si da solo aria alla bocca.
Sono stufa di frasi condite da un finto perbenismo.
Non si tratta di riconoscimenti o medaglie, non sono brava ne lodevole, vorrei solo saper scegliere bene le persone che mi stanno accanto in questa “battaglia”.
Vorrei scoprire persone vere, che agiscono perché comprendono che, agire, è l’ unica naturale conseguenza delle parole… il resto serve solo ad ingrassare l’immagine, come quella dei vecchi committenti che dall’alto delle loro scranne indicevano battaglie cruente in nome di qualcosa o qualcuno senza essere mai fisicamente in prima linea.

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